Perchè di Valmadrera
Racconto di Piero Alquati
Sono cresciuto in Brianza in un paese vicino a Lecco, Valmadrera, che prende il nome dalla sua piccola valle. Nella foto in alto, io sono quello col cappellino, vicino a me il mio amico Romano. I suoi abitanti erano chiamati “i crapun de la val“. Allora era tempo di guerra e il miglior mezzo di trasporto erano le proprie gambe o la bicicletta. Mio padre aveva uno stabilimento tessile ed io crebbi con le ragazze che vi lavoravano: furono le mie migliori amiche e con loro andavo sempre in montagna. A mio padre chiedevo spesso il permesso di avere la compagnia di una di loro per un’ora e poi scappavamo sulla “montagnola” o al lago a pescare. Le mie preferite erano la Lina e la Giuliana.
Sempre nella foto, scattata durante una gita in Valcava, si vedono: da sinistra in basso la Lina, io e Romano. In seconda fila la Rosa che aveva un viso che ricordava le migliori attrici americane dell’epoca, la Maria ed una brava tessitrice di cui mi sfugge il nome; in terza fila la Giuliana (che aveva un buchino sulla fronte perché cadendo l’aveva segnata un sassolino), mia mamma, un’altra di cui non ricordo il nome (credo la Maria Chiorsi che in virtù del famoso statista inglese io chiamavo “Ciorcil“), la zia di Romano, la Lisa e la Signora Lucia che, sarta, faceva gli abiti per molte. In ginocchio, mora con le trecce, era la Selene, ritenuta da tutti la più avvenente.
Nella foto in basso la mia casa a Valmadrera, situata proprio dove il cartello indicava il nome del paese. Dietro al cartello vi era una stradina da cui partivamo per le nostre gite.
Ed ecco alcuni momenti della mia vita a Valmadrera
A sinistra dall’alto in basso:
- con la mia amica Carla. Un rapporto che per un certo periodo s’incrinò perché, per una diversa opinione di gioco, le tirai un barattolo di marmellata sulla testa;
- io con lo slittino osservato dal mio papà;
- in gita ai Pian dei Resinelli con mia madre, a fianco la Lisetta Gai, un’amica di mia mamma, figlia del Capo stazione di Valmadrera. In piedi la Lucia, la sarta, e suo marito (mio padre era il fotografo).
A destra dall’alto:
- sempre con la mia amica Carla;
- con il mio amico Arturo il giorno della Prima Comunione. Io avevo un cerotto sulla fonte perché due giorni prima ero stato investito da una bicicletta.