I pastori tedeschi dell'allevamento di Valmadrera

Pastore tedesco

Temi attuali - Articoli di Piero Alquati

Fondatore dell'allevamento

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SOTTO IL PELO TUTTO

Anatomia e fisiologia del Cane da Pastore Tedesco in immagini e disegni.

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COSTRUIAMO CON LO STANDARD

Costruire il Cane da Pastore Tedesco attraverso lo standard di razza.

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STORIA DELLA RAZZA

La razza nasce ufficialmente nel 1899, dal lavoro di selezione di diversi cani da pastori diffusi nelle cascine tedesche, come i cani della Turingia, della Svevia e del Württemberg.

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VALUTARE UN CUCCIOLO

A partire dai 4 o 5 mesi di età, per mezzo di test è possibile valutare il carattere e le attitudini dei cuccioli provenienti da accoppiamenti mirati oppure occasionali.

L'allevamento

Selezione del Cane da Pastore Tedesco
Filosofia selettiva: tipicità, equilibrio caratteriale, salute

L’Allevamento di Valmadrera nasce dalla passione sportiva di Piero Alquati. Il primo riconoscimento nel 1963 quando ottiene il 3° posto alla Siegerschau di Mannheim con un femmina di allevamento italiano, Lella dell’Alta Quercia.

Numerosi i riconoscimenti nazionali e internazionali tra i quali il 5° eccellente, per molti anni miglior piazzamento di un pastore tedesco italiano al Campionato d’Allevamento tedesco ottenuto da Amor di Valmadrera. Nel 1971 diviene proprietario di Quanto von der Wienerau, il miglior riproduttore di tutti i tempi la cui immagine della testa è da trent'anni effige dell'SV e della WUSV nonchè icona internazionale della razza.

L’Allevamento, attraverso una produzione qualitativa frutto di un protocollo rispettoso e responsabile di tutte le norme vigenti, tiene conto della buona tipicità, del carattere equilibrato ed intelligente, uniti all’intento di ottenere una comprovata scarsa incidenza della presenza della displasia delle anche, della lussazione congenita dei gomiti e delle carenze più evidenti.

  • Dal 1953 una famiglia che alleva pastori tedeschi

  • Allevare non significa accoppiare una femmina qualunque ad un maschio blasonato

  • Tanto lavoro e passione premiati costantemente, in Italia ed all'estero

  • Un buon prodotto si crea solo in strutture adatte, evolute e ben progettate

ALLEVATORI DA UNA VITA

Ha iniziato Piero Alquati nel 1953, subito affiancato dalla moglie Gabriella dal 1958. Una grande passione unita al metodo d'allevamento oculato e frutto di studio: la selezione del pastore tedesco trasmessa dal 1975 anche al figlio Alessandro

PIERO ALQUATI

Giudice internazionale, Selezionatore e Formatore, è socio SV dal 1953. Primo direttore della rivista “Il Cane da Pastore Tedesco”, tra gli altri, proprietario di Quanto Wienerau.

ALESSANDRO ALQUATI

Successore dell’affisso “di Valmadrera”. Nato nel 19e cresciuto tra i pastori tedeschi, si è sempre interessato a questa razza frequentando l’ambiente e l’allevamento di famiglia elaborando idee e progetti.

GABRIELLA ALQUATI

Moglie di Piero Alquati, è ritenuta da molti conduttori di ring la loro “maestra”. Oggi si occupa dell’amministrazione dell’allevamento e dell’accrescimento dei cuccioli.

LA SELEZIONE DI RAZZA NEL CANE: DALLA PARTE DELL’ANIMALE La selezione di razza nell’ambito canino ha origini molto lontane: in alcune razze l’intervento dell’uomo è iniziato migliaia di anni or sono e via via in tempi più recenti per la maggior parte del resto delle razze. La finalità selettiva trae origini molto precise: l’impiego delle varie razze per usi specifici in soccorso all’uomo. E’ indubbio che negli ultimi decenni la selezione della maggior parte delle razze sia decaduta nei confronti della specificità di impiego di quel determinato cane. Al di là di questo cambiamento che potrebbe comunque essere oggetto di un ampio dibattito, è però doverosa una riflessione sviluppata primariamente nei confronti del benessere dell’animale e dell’etica di un allevatore. La pressione selettiva naturale e tutto ciò che si determina conseguentemente, al di là dei mutamenti ambientali e climatici influenzati anche dall’inquinamento atmosferico, è comunque dominante nei confronti degli animali tutti: ogni vivente, infatti, continua l’esistenza della propria specie in virtù di un autonomo svolgimento e continuità della stessa. L’intervento umano nei confronti delle razze canine entra indubbiamente a gamba tesa nei confronti delle dinamiche naturali che riguardano la vita dell’animale cane. E’ quindi doveroso, oggi giorno, soprattutto alla luce di tutti gli studi ed i dettami conseguenti più evoluti – che comunque originano da studi iniziati oltre tre secoli fa – interrogarsi se la selezione di razza, nel cane, impostata come avviene oggi, generi una dinamica affine al naturale in termini di pressione selettiva ed un approccio etico o meno. Questi due aspetti sono di primaria importanza nei confronti del rispetto che va portato ad ogni cane. In Italia ENCI, Ente Nazionale della Cinofilia Italiana, tutela la selezione di razza, e nello svolgimento di questa complessa ed articolata attività di cui si fa carico deve mettere addirittura, per legge, in prima istanza, la costante rappresentata dal benessere dell’animale. I regolamenti tutti che governano la tutela della selezione delle razze sono innumerevoli e molto dettagliati. Ne deriva, pertanto, per quasi tutte le razze, una dettagliatissima dinamica della selezione delle razze indubbiamente assai complessa nella conduzione pratica, oltre che di scottante attualità, estremamente onerosa dal punto di vista economico. Il paradosso consta nel fatto che, a fronte di una conoscenza così evoluta sul piano anatomico-funzionale, caratteriale ed attitudinale e sul piano sanitario – estremamente evolutosi negli ultimi decenni-, l’adesione alla stragrande maggioranza dei regolamenti sopra citati è assolutamente discrezionale. E’ dunque lecito domandarsi il perché di una situazione simile che pone, oltre tutto, consapevolmente da parte dell’uomo, il cane vittima delle scelte dell’allevatore che a propria discrezione da o meno seguito ai dettami selettivi con l’avallo dell’Ente Nazionale tutelatore. Si ravvisa, in conclusione, la necessità di rammentare il come agire in maniera univoca e non frutto di un libero arbitrio ci paia davvero stare dalla parte del cane. Alessandro Alquati

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